lunedì 9 luglio 2007

IL momento giusto al momento sbagliato 1

Seguire l’istinto in amore è sempre una pessima mossa. Avrei dovuto capirlo da subito, fin dal primo ragazzetto con cui mi accompagnavo alle medie.
Lui era un po’ più grande di me e a quell’età anche i mesi sembrano anni. Così il sabato era la solita storia: ci vediamo alla fermata dell’autobus e poi andiamo a fare una passeggiata in centro. Ci spostavamo così per Roma, mano nella mano fra le discese precipitose quando saliva il controllore, e le porte scorrevoli della metropolitana. Era divertente rendersi conto che in fondo piazza del Popolo distava solo qualche fermata e che fare un giro sulla ruota panoramica dell’Eur non era un’impresa impossibile con i collegamenti sotterranei della linea B. Il problema era che fra casa mia e casa sua c’erano quattro fermate dello stesso autobus e in ognuna delle quattro fermate il piccolo dongiovanni aveva altrettante principesse da scarrozzare. Così bastò capitare sul 21 in un giorno infrasettimanale e conoscere Camilla. Quando spiegai al signor Atac la mia idea di fedeltà, che consisteva nel frequentare solo una persona per volta, il gentiluomo non fece una piega e tre giorni dopo aveva il motorino. Fu così che iniziò quella fortunata serie di circostanze che hanno caratterizzato tutti i miei rapporti amorosi: quando la storia finisce e io mollo, lui ha la svolta della sua vita.

Nessun commento: