giovedì 8 novembre 2007

Quanto siamo lontani?

In questi giorni un mio amico sta vivendo una brutta esperienza.
Si chiama Patrick, fa il musicista, ha una compagna e una bambina di un anno. Vive in Italia da quasi più tempo di me che ci sono nata, e a tutti gli effetti è cittadino italiano. Da che lo conosco non gli ho mai sentito alzare la voce, mai visto bere eccessivamente o drogarsi. E' il classico tipo che facilmente piacerebbe alle mamme, alle nonne e a tutto il parentado. Il suo essere-a posto è talmente evidente che persino i giornali lo hanno descritto per quello che è. Ma non voglio scrivere per parlare di lui, oggi sono molto meno preoccupata per la sua sorte perché sembra evidente a tutti la sua innocenza. Quello che mi ha scioccato di più in tutta questa storia è stato vedere chi, al primo sospetto, abbia reagito dicendo: "Sai, le persone non si conoscono mai veramente". Non sono d'accordo. Ci sono persone su cui io posso garantire, da cui mi aspetto determinati comportamenti, che per me sono note come le mie tasche, la cui indole, il carattere, inclinazione e anche le reazioni, possono essere previste in nome di una conoscenza che non segue le opinioni. Ci sono persone di cui, anche se non ci stai a stretto contatto di quotidianità, puoi ben immaginare come stia andando la loro vita. Non sono fra quelli che credono alle "botte di matto", ci sono sempre piccoli accenni nei gesti o nelle manie che portano inevitabilmente a notare un cambiamento, un'instabilità. Le persone che non "si conoscono mai veramente" sono solo quelle che veramente non conosci.
Tutto qua.

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