mercoledì 9 luglio 2008

Il cammino di un'idea prima di diventare uno spot.

Il brief con le informazioni da "pubblicizzare" e tutti i capricci del cliente, arriva sul tavolo della coppia creativa: un copy e un art. Quando a questi viene l'idea più convincente la portano speranzosi al direttore creativo che, qualora la giudicasse adatta, la mostra ai planner e agli account che la presentano al cliente. Nel caso che la campagna in questione sia costosa e di una certa importanza, prima di proporla al cliente, c'è un ulteriore passaggio interno nell'agenzia di pubblicità: occorre la supervisione delle alte sfere, il direttore generale e l'amministratore delegato. Una volta che tutta l'agenzia è convinta, si presenta l'idea al cliente, prima al direttore marketing, al marketing manager, al brand manager e infine all'amministratore delegato dell'azienda.
A questo punto si passa alla messa in opera e sarà il caso, dunque, di contattare una casa di produzione coinvolgendo il suo executive producer, anche detto "capo", e il line producer, colui cioè che effettivamente si occuperà del progetto.
Una volta trovato il regista, il costumista, lo scenografo, il responsabile casting, il location manager, gli attori e il montatore, si comincia lo shooting, terminato il quale al cliente spetterà nuovamente l'ultima parola.
Insomma prima di diventare "tangibile" ne deve fare di passaggi un'idea, ne deve subire di giudizi e modifiche. Ma guardate questo spot della NEW LANCIA DELTA, ad opera dell'agenzia francese Marcel Paris, per la regia di Harald Zwart su musica di Ennio Morricone.



Adesso che sapete quante teste ci avranno sicuramente lavorato, non vi viene da chiedervi: "ma possibile che a nessuno sia venuto in mente che partire da Hollywood per arrivare in Tibet con la macchina, sia una vera cazzata?".

4 commenti:

Auariù ha detto...

Ahahahha!! Grande Nicky!

ghettoculturale ha detto...

Io trovo mostruoso che Richard Gere si sia prestato ad un obbbbbrobrio simile.

Comunque sei davvero una grande.

Niky Rocks ha detto...

Beh quello ormai è così fissato col Buddhismo che farebbe qualunque cosa per portare acqua al mulino del Tibet. Peccato che stavolta non ha portato solo acqua.
p.s.
Thanx

Anonimo ha detto...

Non vorrei fare il pesante ma sinceramente la cosa squallida è sfruttare la propria esperienza spirituale per pubblicizzare una macchina. Poi "the power to be different" è proprio il cacio sui maccheroni...
io l'idea l'avrei stoppata a livello di coppia creativa, senza scomodare la spaventosa filiera da te sapientemente descritta...
mah...
simone