martedì 31 ottobre 2006

Come pesci nella rete

Non calpestare le aiuole.
Non dare da mangiare agli animali dello zoo.
Non passare il sabato sera a casa.
Non sorridere a uno sconosciuto.
Non essere gentile.
Non cedere il tuo posto sull’autobus.
Non avere un’opinione personale.
Non essere fuori dal giro.
Non vestirti come ti pare.
Non ascoltare una musica nuova.
Non fischiare a tavola.
Non andare a lezione di tip-tap.
Non muoverti, non parlare, non sognare, non essere stonato, non pensare.
Bentornati nella società dei divieti, quella che ti taglia fuori se sei diverso, quella che ti vuole schiavo della nuova suoneria, dell’ultima testata mondiale, della nuova hit della Hilton. Accomodati sul divano del conformismo e guarda tutti i reality che passano in Tv mentre il tuo reality, quello vero, ti sta scorrendo addosso fra lo zapping col telecomando e l’ultimo mp3 che hai scaricato.
Da quanto tempo non compri un cd di musica vera, quella che non essendo compressa ti permette di sentire anche il respiro fra una pausa e un’altra? Qual è l’ultimo libro che hai letto? Hai mai visto un quadro dal vivo, appeso al muro di un museo? Hai mai visto Klimt o Cartier-Bresson? Quando esci dal cinema parli del film o del vestito della protagonista? Ti è piaciuta la storia o ti sei perso negli occhi verdi di qualche star di Hollywood? Che sapore ha avuto la tua Estate? Hai portato con te qualche odore o solo megapixel?
La verità è che non ti interessa sapere come stai, ma sai una cosa: non interessa a nessuno. Siamo tutti troppo occupati ad anestetizzarci con le ultime tendenze, con l’alcol o con chiacchiere inutili che soffocano quello che vogliamo dire veramente. Potrei parlarti dell’individualismo a cui ci siamo abituati, del fatto che non c’è nulla di strano se due persone escono insieme ognuna con il suo I-pod sparato nelle orecchie. Potrei dirti che anche se il mondo è pieno di gente da incontrare per caso o per fortuna, non ci sconvolgiamo più se si preferisce starsene a casa a organizzare campionati planetari online con altri demotivati come noi. Che c’è di così anormale se si preferisce chattare con qualcuno invece di incontrarlo in un pub e guardarlo negli occhi mentre gli raccontiamo le cose più stupide o le più segrete?
Non annuire ma indignati, arrabbiati e poi riprenditi il mondo che stai isolando dietro a un vetro.
Spacca il vetro.
Capovolgi il tavolo.
Alza lo stereo e urla.
Sorridi a tutti e chiedi permesso.
Spegni il cellulare e renditi irraggiungibile.
Stampa le foto più belle che conservi nel computer e raccoglile in un album: avranno un altro potere se puoi toccarle o osservarle sotto il riflesso di una luce diversa da quella di uno schermo.
Pensa che quando suoni il clacson della macchina, sopra la tua testa ci sono dei palazzi e delle persone che magari vorrebbero starsene in pace senza essere disturbate dal rumore della strada.
Pensa che se saluti per primo qualcuno hai vinto il rispetto del mondo.
Pensa che dietro alla musica techno c’è un campionatore mentre se ascolti il suono di uno strumento stai ascoltando il suono di un uomo in carne e ossa.
Prendi Jimi Hendrix, i Clash, i Beatles, Nick Cave, i Cure, Janis Joplin, Kurt Cobain, Miles Davis, Bob Marley, i Sex Pistols, i Led Zeppelin, Leonard Cohen e lasciati ispirare.
Leggi moltissimi libri e fatti trasportare dalle storie.
Recita una poesia e senti come le parole possono colpire il cuore.
Spegni la Tv se non ti piace quello che vedi.
Non fare rumore, fai armonia.
Cambia look ogni tanto.
Non annoiarti mentre studi e pensa che stai imparando cose nuove anche se a volte sono difficili e noiose.
Cammina al contrario solo per guardare il mondo con un senso diverso.
Prova a usare il baciamano o l’inchino per il gusto di sorprendere qualcuno.
Metti un po’ di poesia in tutto quello che fai e tieni sempre a mente che intorno a te ci sono delle persone non delle sagome di cartone.
Ridi di gusto. Sii divertente. Fai domande se vuoi sapere qualcosa e rispondi quando qualcuno ti farà una domanda che a te sembrerà sciocca.
L’ottimismo è contagioso. L’esempio è contagioso.
Non esiste nulla di più sbagliato che rinunciare a essere quello che si è solo per essere parte di qualcosa che in fondo nemmeno ci piace.

2 commenti:

ghettoculturale ha detto...

Bella Nicolazza!!!
Fai un salto anche sui miei blog, allora:
ghettoculturale.blogspot.com, catetere.splinder.com
cateteredue.splinder.com e aldaland.splinder.com :
come vedi sono dipendente da internet.
sono assai felice che tu ti sia messa a bloggare: avrò qualcosa di nuovo da leggere in ufficio.
baci dalle nebbie nordiche.
ste

Anonimo ha detto...

Quanto hai ragione Nico!