"Se fosse un colore sarebbe un furioso giallo.
Se avesse un profumo odorerebbe di vestiti sporchi.
La sua musica suona un tango argentino.
La sua razza è negra".
Così Raul Argemì presenta il suo ultimo noir e in effetti non ci sono parole per spiegarlo meglio perché qualsiasi cosa si dicesse intorno alla storia, romperebbe l’incanto di un gioco veloce che ti resta dentro.
Non adatto a chi legge per passare il tempo mentre fa la fila dal dentista.
Raul Argemì
"Penultimo nome di battaglia"
laNuovafrontiera
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3 commenti:
Anche io l'ho letto e mi è piaciuto tantissimo. Soprattutto il fatto che non la tiri per le lunghe e che il tutto si svolga davvero come un gioco veloce a cui poi ripensi spesso anche quando arrivi alla fine. Se ti è piaciuto puoi mandare una mail a fahre@rai.it e votarlo, ho visto che è in concorso.
Non so perché, ma questa definizione di "furioso giallo" mi fa venire in mente Bruce Lee.
Pinguno
o a furia cieca
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