mercoledì 11 aprile 2007

Jeliza-Rose nel paese delle meraviglie

Che cosa ne sarebbe di Alice se il suo paese delle meraviglie fosse una casa diroccata che si chiama "Senti come dondola", la regina madre una vicina di casa imbalsamatrice che non accetta la morte, il suo Bianconiglio un ragazzino deforme con una grande cicatrice in testa, i suoi compagni di viaggio quattro teste di Barbie che parlano troppo, il leprotto bisestile il padre morto seduto su una poltrona mentre il tempo passa e il suo corpo si imputridisce e inizia a "schiacciare muffin"?
Alice si chiamerebbe Jeliza-Rose e si troverebbe a Tideland, in una terra piena di scoiattoli mostruosi, lucciole, fantasmi notturni, scuolabus capovolti e treni che quando passano deragliano.
In un perfettto mix fra Carroll, King e Leroy, Mitch Cullin descrive una realtà ai margini, dove una bambina impara a non aver paura e che forse vivere da soli non è poi così diverso che vivere con due adulti troppo spesso "in viaggio".
Il film non l'ho visto, ma considerando che il regista è quel Terry Gilliam di Brazil e di Paura e delirio a Las Vegas, non vedo l'ora di farlo.

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