martedì 10 giugno 2008

Quando i giornalisti sportivi non sono sportivi per niente.

Sono partiti ieri gli Europei di calcio. Sono partiti per tutti ma non per noi che invece non ci siamo affatto, cari giornalisti sportivi. Ma dico: stiamo scherzando?
Avete davanti Marco Van Basten, sogno e delirio di tutte le ragazzine che negli anni d'oro non ci capivano niente di calcio eppure lo seguivano lo stesso, e che fate? Gli date un soprannome? No, dico, ma davvero qui siamo arrivati al punto che un qualunque microfono alla mano permette di sproloquiare senza ritegno? Fosse stato almeno uno di quei soprannomi belli maschi, quelli che i veri giornalisti sportivi davano una volta: il Sinistro di Dio, oppure l'Abatino, o ancora Rombo di tuono, o chessò, Cavallo pazzo. No, macché, niente di tutto questo. Alla vista di Marco Van Basten, ancora in perfetta forma se non addirittura migliorato dalla maturità, un nomignolo buttato a caso mi smonta in un botto tutta la virilità del mio sex symbol. Ma come si fa a sentir chiamare una tale beltà: il Cigno di Utrecht, evitando che subito corra alla mente un'immagine di questo tipo?


Grazie tante, signori giornalisti!

1 commento:

Vilipendio ha detto...

Ahahah!
Il mondo pullula di poteri forti, e il Maschiettismo è 1 di questi. Ciai proprio ragione, 'cigno di Utrecht' è un capolavoro dialettico, ne falcia l'ascendente meglio del più rude dei difensori dell'epoca, meglio di Pasquale Bruno, meglio ancora del leggendario bromuro.
Speriamo che mai nessun Femminuccismo mediatico faccia lo stesso nei confronti delle nostre beniamine, sarebbe terribile svegliarsi una mattina e vedere che si parla di Maddalena Corvaglia come dell'orangutang del Salento.