lunedì 23 novembre 2009

L'aquila non c'ha visto lungo.



Eagle Eye nasce da un'idea di Spielberg che a sua volta si è ispirato a un racconto di Asimov ma nella versione finale diretta da D.J.Caruso, la sceneggiatura è stata completamente riscritta. La storia è intrigante ma non regge. "Sei stato attivato" è la frase che catapulta due normalissimi personaggi in un turbine di avvenimenti da cui si dovranno liberare da soli, ovviamente, visto che nessuno crede alla loro versione dei fatti. Gli inseguimenti sono noiosi ma non manca quel tocco di melò capace di trasformare ogni cosa nella versione finale di Bridget Jones. Da un momento all'altro ci si aspetta di veder comparire Sigourney Weaver in Alien ma non c'è nulla da fare. Poi ci si ritrova nella stanza dei controlli dove Stryker e Wolverine...ah no, scusate, quello era X-Men.
Alla fine si prova a uccidere il mostro conficcandogli un palo nell'occhio centrale, come ogni amante di videogiochi sa benissimo. A questo punto la trama ha ormai perso ogni suspense e si contano i minuti per riuscire a fumarsi una sigaretta senza il sottofondo di inutili dialoghi. Fare fuori la regina Elisabetta...ah no, scusate di nuovo, questo fa parte di Una Pallottola Spuntata. Finisce che tutti sono salvi, tutti premiati con medaglie e due forse si sposano.
In tutto ciò la cosa positiva è che il film, che ha registrato grandi incassi negli USA, qui da noi è stato quasi un flop, raccogliendo appena 156milaeuro con cui, oggi come oggi, non ci compri nemmeno un garage.
voto: La cravatta del Mereghetti.

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