sabato 11 settembre 2010

A Serious Man (2009)

A Serious man è senza dubbio un film difficile che potrebbe risultare noioso e far rimpiangere i tempi d’oro di Woody Allen. Non sorprendetevi, perciò, se vi ritrovate accanto un vicino di poltrona che si è appisolato rumorosamente. D’altra parte i due fratelli ci hanno abituato a ben altri ritmi e a storie meno autoriferite di questa, che parla con molta più naturalità a chi ha qualche conoscenza della cultura ebraica e a chi oggi ha circa cinquant’anni. Ma è proprio la frase iniziale a suggerirci lo spirito adatto con cui accostarci a questa parabola: “Ricevi con semplicità tutto ciò che ti capita”. Siamo a Minneapolis sul finire degli anni Sessanta e il mondo intero sta affrontando una rivoluzione sulle ali del Jefferson Airplane. Tutto il mondo, sì, compreso quello di Larry, un professore ebreo di fisica contro cui il fato si accanisce stritolandolo nelle sue incomprensibili e inaccessibili maglie. In cerca di risposte l’uomo troppo serio si rivolge alla tradizione. Ma non sembra trovare soddisfazione attraverso i consigli dei rabbini che interroga e che fondamentalmente lo invitano a non farsi troppe domande perché tutto è percezione. Larry è un non-eroe più che un anti-eroe, uno che non prende iniziative e la cui unica valvola di sfogo sono i suoi sogni che lo svegliano in piena notte lasciandolo ancora più confuso. Accanto a lui si muovono, apparentemente senza neppure sfiorarlo, dei grotteschi personaggi tanto cari ai Coen, che regalano al pubblico, leggermente perplesso dal nuovo stile di questo film, rari momenti di un umorismo che forse ci aspettavamo un po’ tutti. Sul finale arriva la rivelazione, e arriva proprio da parte di quella tradizione che non sembrava in grado di fornire gli strumenti adatti per affrontare la novità di un cambiamento che non è solo personale ma culturale. “Alla fine scopri che la verità è una bugia e la speranza fugge da te” che altro non è se non la prima strofa della canzone Somebody to love dei Jefferson Airplane. Così non resta altro che imparare ad adattarsi con semplicità al nuovo che avanza, tanto prima o poi per tutti arriva un tornado.



Voto: Mezzo-Mereghetti

andarlo a vedere non è una perdita di tempo


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