lunedì 18 febbraio 2008

Nelle Terre Selvagge.

La storia di un'inquietudine che trova conforto confrontandosi con i limiti umani in una terra che in tutto ricorda all'uomo di essere un intruso. Perdersi di vista e smettere di ascoltarsi per scoprire che la felicità è nulla senza condivisione. In memoria di Chris McCandless, Sean Penn regala attraverso la sua magica regia, lo stesso senso di smarrimento che ha accompagnato la vita di un ragazzo come noi, che alla fine impara a perdonare la società e se stesso. In 2 anni: la nascita, l'adolescenza, l'età adulta e la saggezza. Perché la vita deve essere un'esperienza cosciente per arrivare a una conclusione ovvia, che evidentemente tanto ovvia non è. Non c'è bisogno di partire, non c'è bisogno di lasciare tutto, non c'è bisogno di emulare. Ascoltiamoci e facciamo tesoro delle storie degli altri per migliorare la nostra. Non esiste nulla di più selvaggio della nostra società, se sopravviviamo qui mantenendo la nostra umanità scopriremo il senso di una vita che non può essere già scritta.
Con la speranza che domani non avrò dimenticato tutto.

Voto: un mereghetti intero

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Nooo!
'Sto film proprio no!
Nicoletta, da te non me lo aspettavo!

Ma ci credi veramente?

Con Affetto, malgrado questo post,
FEDE

Niky Rocks ha detto...

L'ho adorato e sto impazzendo per trovare il libro.

Anonimo ha detto...

Allora è più grave di quanto osassi immaginare!

No more comments.

FEDE

Anonimo ha detto...

"Un'insopportabile vagonata di retorica spiattellata in faccia senza il
minimo ritegno, pubblico trattato come bambini dell'asilo, concetti
ripetuti più volte allo sfinimento cambiando solo narratore o
situazione, luoghi comuni cinematografici a volontà, praticamente lo
svolgimento di ogni scena è chiaro fin dal primo istante.
Un'irritazione tale che gli unici momenti di pace sono le inutili e
zuccherose riprese naturalistiche..."

In attesa della Recinzione di Johnny Palomba, che spero non tardi a venire, mi trovo d'accordo con le parole volutamente non mie (che sarebbero molto più estreme).

Fede

Anonimo ha detto...

Il vero capolavoro di Sean Penn sta nel far sembrare finta una storia vera.

Bravo! Continua pure così, Sean.

Anche questo è talento!

Aloha, Fede

Niky Rocks ha detto...

Sai che ti voglio bene, no?
Però quando fai così ti strozzerei. Tu lo sai bene, spero, che i tuoi commenti offendono anche chi non la pensa come te, no? Perché per dire che non ti piace qualcosa, devi far credere che sia una stronzata?

ghettoculturale ha detto...

Mi dispiace di non potermi esprimere in merito, non avendo visto il film in questione.
Ma se volete posso illuminarvi sul mio film preferito di sempre, "The day after tomorrow". Un film di grande attualità e assolutamente non retorico per quanto riguarda l'immaginario abituale dell'eroe americano, Fede, sono pronto per la tua scudisciata.

Ted ha detto...

Uhm. Mi fai venire il dubbio che forse sia da vedere.
Io fino a ieri pensavo che fosse una sorta di Gabbiano di J. Livingstone cinematografico. Quel mondo lì.

Anonimo ha detto...

Nico, senza impegno, ti parafraso e ti chiedo:
Tu lo sai bene, spero, che i tuoi commenti sollecitano una replica da parte di chi non la pensa come te, no? Perché per dire che ti piace qualcosa, devi far credere che sia un capolavoro?

Esiste anche il sano gusto del trash!

With love, out of the wild,
FEDE

Ste': il film che hai citato non l'ho visto. T'ha detto culo!

Niky Rocks ha detto...

Ma mica ce l'ho coi commenti, per carit di' pure quello che ti pare, figurati se non adoro il confronto!
Mi chiedevo, e ti chiedevo, perché ogni cosa che non piace a te deve per forza essere una cagata?

ghettoculturale ha detto...

Fede: ma "t'ha detto culo!" cosa significa?
Nico: Sai che Fede rivolterà la tua domanda alla velocità della luce chiedendoti "E allora perchè tutte le cose che piacciono a te devono essere per forza delle figate?"

Insomma, guardatevi entrambe il mio film preferito e poi capirete.

Anonimo ha detto...

Qual è il tuo film preferito, Ghettoculturale?

fly