lunedì 26 maggio 2008

La sicurezza è un gran problema.


Giusto per riordinare le idee: non sappiamo più dove mettere la spazzatura; la disoccupazione non è affatto diminuita; i contratti di lavoro rasentano lo schiavismo e ledono i diritti umani; chissà quando l'Europa ci butterà fuori a calci nel sedere; gli affitti sono meno convenienti di un mutuo; la maggior parte dei giovani Italiani non può nemmeno sognare di raggiungere il tenore di vita che i suoi genitori conquistarono ai tempi loro; se sei single, omosessuale, ateo e non sposato non hai gli stessi diritti dei "tradizionalisti"; non ci sono concorsi pubblici da almeno 20anni; non si costruiscono nuove case popolari; e alla fine non avremo nemmeno la pensione. Ma cos'è tutto questo davanti al problema della sicurezza?
Come hanno fatto a intortarci col problema che un pakistano al semaforo, o un nigeriano alla pompa di benzina, o un albanese nel quartiere, o un rom in un campo nomadi siano la questione primaria di questo paese che sta andando a rotoli?
Un paio di risposte me le sono date ma sono entrambe abbastanza qualunquiste: o in questo paese i governanti cercano di risolvere le cosette che guastano la tranquillità della loro vita quotidiana, o noi siamo davvero così idioti da accontentarci -e abboccare felicemente all'esca- del fatto che risolvere un problema minore è comunque far qualcosa. Siamo felici e contenti.
Per essere chiari la criminalità urbana, chissà poi perché -ma se ci pensiamo bene lo sappiamo eccome- è legata solo agli stranieri, ha dei numeri ridicoli e l'Italia è uno dei paesi più sicuri d'Europa. Constatate con i vostri occhi quello che dice l'ISTAT.
Come se non bastasse solo il 7,4% delle donne ha subito una violenza, o tentata violenza, nel corso della vita, e indovinate? Nel 23,8% dei casi l'autore della violenza è qualcuno che la vittima conosceva. Anche in questo caso guardate voi stessi.
Insomma incolpare l'uomo nero è facile, ci fa sentire sicuri e nello stesso tempo allontana i sospetti dai mostri reali che sono la disoccupazione, la gestione incosciente delle città (la spazzatura, le discariche abusive, la mancanza di controllo sul territorio) e tutto quello che realmente ci rende la vita un vero inferno. Ho paura di cosa succederebbe se si cominciasse a sfogare la rabbia per una vita che non va come dovrebbe sul primo spauracchio che il governo tira fuori per lavorare su problemi più gestibili. Mi volete razzista? Sarò razzista ma prima datemi una casa, un lavoro garantito da un contratto e la garanzia che i miei sforzi per vivere civilmente abbiano degli esiti positivi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

a parte che hai ragione, tu come stai pucci pucci?
baci

ghettoculturale ha detto...

"Mi volete razzista? Sarò razzista...etc"
Sei un genio, amore.