lunedì 31 agosto 2009

Ah, la cara vecchia certezza delle tradizioni!

Sapete una cosa? Sono brava.
So fare il mio lavoro, sono professionale e creativa (qualunque cosa si intenda), entusiasta, motivata, pronta a imparare cose nuove, capace di stare al suo posto, abbastanza colta (non che la mia laurea conti qualcosa, si intende) e in grado di comprendere le situazioni. E infatti ho compreso che mandare curricula in giro equivale a ricevere spam in cambio. Insomma non è che mi aspettassi le solite lettere preparate in cui si informa "che al momento l'unico posto dove la tua domanda finisce è l'archivio dell'azienda", ma fra lo spam e il silenzio preferisco quest'ultimo almeno si ha avuto l'impressione di aver contattato un cafone piuttosto che la certezza di essere pure presi in giro.
Però qualche giorno fa ho avuto l'illuminazione: serve una raccomandazione. Sì, serve una raccomandazione per entrare nel mondo del lavoro. Altro che master, corsi di formazione e gavetta. Che ingenuità la mia credere che questi metodi si potessero arginare con la costanza e il perfezionamento! Poi una volta che sei dentro -dico nel Mondo del Lavoro- non importa come sei entrato perché anche le persone più integre e quelle più idealiste e pure (ma a questo punto mi chiedo se non siano sinonimi di ingenuità) potrebbero giustificare quel "calcio in culo" iniziale con un semplice "e che male c'è? ha solo contattato l'azienda, poi ha lavorato sodo e ha dimostrato di essere anche una persona capace!". E al diavolo i moralismi e la meritocrazia. Intanto trova una raccomandazione, poi se sei brava pure meglio!
Così dunque se non riesci a lavorare non è che non sei idonea, semplicemente non conosci le persone potenti. Come dire che non sei nessuno!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti. Finalmente l'hai capita!
Chissà come?


La tua amica poco raccomandabile.