sabato 2 dicembre 2006

Acquisto tossico

Dimenticate tutti i derivati dell’oppio e tutto ciò che finisce in ina: le nuove droghe hanno nomi tecnologici, sociologici e talmente fuorvianti che sono diventati di uso comune così che ognuno di noi ne abusa senza nemmeno rendersi conto che si sta drogando.
Gli Sms sono una droga. Si stima che nel nostro paese al giorno vengono spediti più di 80milioni di messaggini per meno di 60milioni di abitanti, sia inteso che nel calcolo della popolazione vengono inclusi i neonati, i bambini che non sanno ancora né scrivere né parlare e tutte quelle persone che per età, disinteresse o incapacità non sono nemmeno in grado di inviare un semplice “ciao” col cellulare. Questo significa che molti per comunicare si avvalgono di uno spazio limitato a un massimo di un centinaio di caratteri. E loro la chiamano comunicazione?
Sempre su questa scia ci sono quelli che cambiano cellulare più velocemente di quanto si cambino le mutande. Sono gli amanti dell’ultima tendenza, affascinati dai nuovi colori e dai nuovi accessori che un telefono deve per forza avere perché altrimenti che razza di antichità è? Il giochino di questi maniaci deve poter fare foto e filmati, avere il vivavoce e la possibilità di sintonizzarsi sulla stazione radio preferita, fosse anche Radio Maria. Inoltre deve avere un design accattivante che lo rende simile a una sigaretta, che si può indossare come fosse un bracciale, nel quale ti ci puoi specchiare. Deve avere mille suonerie e anche un microfono per registrare la musica che piace di più. All’occorrenza può poter essere in grado di leggere gli Mp3, gli Avi e i Dvx. Se ci mettete sopra una caffettiera può fare il caffè. Buttatelo in una vasca e avrete una Jacuzzi. E se lo fate vibrare, che splendidi massaggi vi farà mentre camminate o state al bar. Che importa poi se viene usato solo per mandare messaggi o se serve per fare uno squillo al vostro amico seduto di fronte per chiedergli se ha da accendere?
Sono drogati tutti quelli che appena hanno due euro in tasca devono spenderle per forza. Ci sono così tante cose da poter comprare! Sono i compulsivi dello shopping, quelli che hanno cinquanta paia di scarpe uguali e altri trenta che non hanno ancora mai messo, che collezionano i tacchi come mio nonno collezionava francobolli. Non ci possono fare niente, è più forte di loro, le vedono in vetrina, se ne innamorano, le provano e immaginano di essere in posti favolosi e in situazioni fantastiche salvo poi averle ai piedi nella solita serata desiderando ardentemente di levarsele il prima possibile. Si sa che le scarpe nuove sono solo sofferenza all’inizio.
Con i vestiti le cose non vanno diversamente. Si crede di poter cambiare look con una camicetta nuova e un paio di pantaloni per poi ricredersi una volta che si appendono i nuovi acquisti nell’armadio e si realizza che un tailleur appeso fra cento paia di jeans è una stonatura e basta. A volte si compra un vestito insolito nell’illusione che si stia facendo il primo passo verso una vita nuova e si finisce per rimpiangere quel centinaio di euro spesi nell’investimento appena ci si rende conto che non capita mai un’uscita per il teatro dell’Opera o per un ristorante raffinato, a meno che non ci si vada da soli.
E’ chiaro che un posto particolare nel mio cuore è occupato dai drogati dello shopping-culturale, per i quali non esiste pentimento se il mensile viene speso in libreria. Come si fa a non capirli i drogati di questo tipo? Comprano libri in quantità industriale e in fondo possono sempre servire per fermare un tavolo traballante, o riempire con gusto una libreria mediocre, soprattutto se sono tutti di una stessa collana. Le copertine sono importanti per questo tipo di mania. Poi prima di lasciare il paese dei balocchi si passa dal reparto musica, c’è sempre qualche allettante acquisto da fare negli special price e così ci si butta sulla classica e sul punk indiscriminatamente perché quando si è schiavi dello shopping compulsivo non si hanno gusti particolari ma solo euro da spendere. Lo sanno bene i commercianti che dispongono sulle mensole di fianco alla cassa ogni genere di non primaria necessità. Si possono avere le mani piene di agende colorate, di matite particolari, tazze, segnalibri in caucciù e T-shirt con frasi storiche prima che arrivi il turno di pagare. Non mi meraviglierei se al tossico della libreria un bel giorno gli rifilassero anche il carrellino della spesa.
Il nuovo drogato è un collezionista che a volte invece di catalogare novità e oggetti, può avere lo schiribizzo di radunare relazioni. Negli anni Settanta c’erano le groupie che, autentiche prostitute della scena rock, si concedevano ai loro idoli per poi poter fare il calco in gesso dello strumento che avevano conosciuto meglio. Oggi non si arriva a tanto ma solo perché si è perso il gusto per la scultura, eppure le cose funzionano esattamente come allora. Non sto parlando solo di quelle audaci ammiratrici che alla fine di qualche concerto raggiungono il camerino della stella del palco spacciandosi per giornaliste e dimostrandosi poi per quello che sono veramente. Per i collezionisti di relazioni non è così importante la notorietà della preda, a loro basta che faccia numero. Incostanti meteore del romanticismo raggiungono il loro scopo e si allontanano così come sono apparse. Se non sono minorati mentali, non si vantano delle conquiste con gli amici perché sanno che mantenere il riserbo significa aumentare il proprio fascino e diffondere nell’ambiente una fama di gentiluomo che potrebbe giocare a loro favore. Non crediate che siano solo gli uomini a subire il fascino di questa droga del piacere, anche le donne sono drogate dello shopping-sessuale, ed è solo un luogo comune credere di poterle trovare a immaginare a occhi aperti il principe dei loro sogni, sanno bene che un uomo in calzamaglia che creda di essere un principe sarà più interessato alle creme di bellezza che a loro stesse.
Qualche anno fa la droga aveva un senso creativo, la usavano i poeti per ampliare la propria coscienza con paradisi artificiali che stimolavano l’anima oltre che danneggiare il cervello. Oggi di quei paradisi è rimasta solo l’artificialità, riflesso di una società senza valori che ci rende sempre più schiavi senza coscienza del meccanismo della spesa i cui spacciatori sono i soliti noti che scrivono sui pacchetti di sigarette: “il fumo uccide”, e poi ci annullano la mente nel vuoto vortice dell’acquisto impulsivo. L’alcol fa male, il fumo fa male, per questo, ragazzi, zombizzatevi con la nuova droga del consumo. Le droghe di oggi danneggiano il cervello come quelle di ieri ma senza dare in cambio altro che frustrazione e ansia di mantenere sempre un primato di avanguardia. Una volta c’erano i Decadenti come Rimbaud, Verlain, Baudelaire, oggi solo gli Scadenti. Al posto del rock’n’roll ci sono le suonerie e dove una volta stavano le porte della percezione oggi ci sono due grandi vetri scorrevoli che introducono in un centro commerciale. Ieri i drogati si chiamavano tossici, oggi sono semplici consumatori. Ragazzi, la droga fa schifo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

In effetti siamo tutti tossici consumisti.

Anonimo ha detto...

siamo tutti omosessuali in calzamaglia.

pinguno

Anonimo ha detto...

siamo tutti pinguni....

Alessio Ceccarelli ha detto...

ciao niky, ho beccato questo tuo blog dall'altro (tra cui c'è una tua immagine...ohhh :-)).

sto cincischiando in un blog aperto ieri. non so se mi va di mandarlo avanti. è solo una prova. tra l'altro prossimamente metterò o metterei un post sulla tossicità del web (anzi, uno già c'è ma è sul demenziale).



salutone.

http://globulizzazione.blogspot.com/

'n te spaventà, eh! è solo splatter.